venerdì 23 settembre 2016

Guida all'import: i 4 migliori siti per acquistare videogiochi mai arrivati in Europa o arrivati in digitale




È da quando esistono i videogiochi che noi europei siamo trattati come gli sfigati della situazione mentre americani e giapponesi stringevano tra le mani le loro belle copie originali di, per dirne due a caso, Final Fantasy Tactis e Chrono Trigger, noi ci ritrovavamo a comprare dischi taroccati per non farci spennare da uno dei pochi negozietti che importavano giochi.

-ma tu sei un campagnolo, non sai manco cos’è un negozio che importa giochi, e ti facevi comunque spennare da chi vendeva giochi taroccati-

Oggi per fortuna la situazione è, in parte, migliorata e mentre americani e giapponesi stringono tra le mani le loro belle copie originali, noi ci ritroviamo con…boh…un cazzo, visto che ora sempre più Jrpg e non solo arrivano nel vecchio continente in DD. Sigla che, pur sembrando una bestemmia (e forse lo è), indica uno dei più grandi nemici del videogiocatore-collezionista: il digital delivery, la distribuzione digitale.

Nemico nuovo, stessa soluzione: importare dall'estero.

Fortuna che, a differenza degli anni ’90, oggi importare videogiochi dall'estero è molto più facile ed economico, ma non tutti sanno a chi rivolgersi.

Infatti, molto spesso sui forum videoludici che frequento leggo di utenti che, per accaparrarsi questo o quel gioco arrivato da noi solo in digitale, chiedono consigli su come e dove acquistare l’ambito titolo in formato fisico.


Tenendo conto della mia esperienza, provo a consigliare quali sono secondo me i migliori 4 siti di importazione (2 dall'America e 2 dall'Asia).




Lo dico subito, Videogamesplus, per gli amici VGP, è molto probabilmente la miglior soluzione per chi desidera acquistare videogiochi nuovi e usati dall'America, per l'esattezza dal Canada. Essendo un rivenditore canadese, dispone di tutti quei titoli che si fermano nelle Americhe o che arrivano in Europa solo in formato fisico. Ma non solo! VGP, infatti, in più occasioni ha a sua volta importato giochi multilingua (ovviamente solo i più importanti) dal mercato asiatico ampliando ulteriormente la sua offerta. Il cambio Dollaro canadese/Euro va tutto a nostro vantaggio, infatti con poco più di 30 euro (spedizioni incluse!) è possibile acquistare titoli che da noi vengono venduti in digitale a più di 30/40 euro, come se ciò non bastasse, è solito effettuare offerte molto convenienti che permettono di piazzare ordini a costi molto bassi. In oltre ad ogni acquisto ci verrà assegnato un certo numero di punti che, previo accumulo, ci consentiranno di accedere ad ulteriori sconti. 
Parlando sempre di offerte e promozioni, in alcuni periodi dell'anno il sito offre spedizioni gratuite in tutto il mondo. Ovviamente il catalogo di VGP non si ferma ai soli videogiochi per le attuali console, potremo infatti acquistare un discreto numero di retrogames nuovi e usati. La spedizione più economica costa 7 dollari canadesi (all'incirca 5 euro) con tempi di arrivo che si aggirano sulla 3 settimane. So benissimo che tutti voi vi starete chiedendo: ''maaaa la dogana?'' Ebbene, sono cliente fisso da almeno 4 o 5 anni e non ho mai beccato la dogana, MAI! Insomma, davvero niente male!
Titoli acquistati su Videogamesplus.ca: Drakengard 3, Lunar Silver Star Harmony, Mind:0, Shiren the Wanderer, Shin Megami Tensei IV ecc.



eStarland


Sito molto simile a VGP, con l'uniche differenza che i prezzi sono leggermente più elevati. Non disperate, la differenza è davvero minima, parliamo di qualche decina di centesimi o di pochi Euro, ciò è dovuto al fatto che eStarland è un sito statunitense ed il cambio Dollaro USA/Euro è meno vantaggioso della controparte Canadese. Punto di forza di questo sito è l'elevato numero di retrogame disponibili. Si può dire che se VGP è il mio sito di riferimento per le prenotazioni di titoli recenti, eStarland lo è per il retrogame. Metà della mia collezione PSP e DS e qualche titolo per PS1 proviene da questo sito. Sconti periodici e costi e tempi di spedizione sono pressoché identici a quelli di VGP quindi passiamo andare avanti, ma non prima di aver precisato che anche in questo caso non mi sono mai imbattuto nella tanto odiata dogana.
Titolo acquistati su eStaldand: Jean d'Arc, YS: The Oath in Felgana, YS Seven, YS I e II: Chronicles, Glory of Heracles, Xenosaga I ecc.


 Play-Asia



La scoperta di Play-Asia è stata la coronazione di uno dei miei sogni del me stesso adolescente: avere accesso a tutti quei prodotto maledettamente giapponesi per non parlare di alcune (costose e quindi fighissime) statue che potevo ammirare sulle riviste di un tempo che fu. Disintossicatomi (ma nemmeno troppo) dalla passione per action figure e statuine, uso Play-Asia solo per aver accesso a titoli multilingua esclusivi del mercato asiatico o arrivati da noi in digitale. Eh si, perchè non tutti sanno che in Asia non è rara la distribuzione di giochi contenenti, oltre al cinese e al giapponese, le nostre belle lingue europee (per ovvie ragioni soprattutto l'inglese). Come dicevo prima, Play-Asia, oltre ai videogiochi, distribuisce modellini, action figure, accessori per console e oggettistica varia che difficilmente potrebbero far capolino nel nostro mercato. Per quanto riguarda i videogiochi, senza considerare i vari sconti che di tanto in tanto vengono proposti, il risparmio è praticamente inesistente e quel poco che c'è viene annullato dalle spese di spedizione. Queste ultime come al solito hanno due fasce di prezzo, 5 euro per la spedizione ordinaria e 18 per la veloce. I tempi di arrivo, comunque, si aggirano attorno al mese o poco più. E ora preparate la vasella perché nei vari acquisti fatti su tale sito sono stato spesso stato vittima di un incontro del terzo tipo (con tanto di sonda anale) con la dogana. Dopo l'acquisto di un significativo numero di tubetti di lubrificante, mi son deciso a chiedere ai ragazzi di Play-Asia di dichiarare meno del prezzo effettivo. E vaffanculo! Dogana a parte, l'altro inconveniente è che raramente ci sono restock di giochi esauriti, spingendoci spesso a cercare altrove.
Infine, Play-Asia permette ai suoi utenti (non solo ai gestori di siti e simili) di guadagnare qualcosa pubblicizzando i suoi prodotti tramite la condivisione dei relativi link, niente di che, ma è comunque un altro elemento positivo a suo favore. - con uno sguardo paraculo guarda verso il basso -
Titoli acquistati su Play-Asia: Digimon Story: Cyber Sleuth A.W : Phoenix FestaOreshika: Tainted Bloodline ecc.


Heavy-arm





Altro rivenditore con sede in Asia (per la precisione Malesia) dal quale è possibile acquistare a buon prezzo titoli fermatisi in quel mercato; tuttavia il sito non spedisce ancora verso l'estero (a quanto dicono si stanno organizzando per sopperire a tale mancanza), e per fare acquisti si è costretti  a contattare il profilo ufficiale su Twitter. A parte questa relativa scomodità, fare acquisti da Heavy-arms è facilissimo. Una volta contattati ed indicato il titolo che si vuole acquistare, basterà inviare un accredito tramite Paypal e attendere la spedizione. Non vi fidate? Male! Nonostante io abbia acquistato un solo titolo da loro si sono messi subito a disposizione rispondendo ad ogni mia domanda o addirittura contattandomi di loro iniziativa per informarmi dello stato della spedizione. Esperienza simile a quella di un mio conoscente che vi ha acquistato più di un titolo. Il punto forte di Heavy-arm rispetto ai concorrenti è il ritorno periodico di titoli precedentemente esauriti. Proprio grazie ad esso, dopo più di 2 anni dalla sua uscita e la fine di ogni mia speranza sono riuscito ad acquistare l'ormai rarissimo Soul Sacrifice Delta in versione fisica con sottotitoli in italiano. Come gli altri siti, anche esso offre due tipi di spedizione entrambi tracciabili e con tempi di consegna di più o meno un mese. Per la dogana non ci sono problemi, infatti i ragazzi di Heavy-arms, senza che gli venga chiesto nulla segnalano sempre un prezzo inferiore a quello effettivo. Insomma, a parte l'impossibilità di fare acquisti diretti dal sito, se si cerca un titolo (soprattutto per PSVita) ritenuto esaurito da tempo, fare un fischio ai ragazzi di Heavy-arm non è una cattiva idea.
Titoli acquistati su Heavy-arm: Soul Sacrifice Delta




Spero di esser stato utile a dissipare i vari dubbi di chi si appresta ad acquistare per la prima volta da un rivenditore extra UE.
Non dovrei nemmeno dirlo, ma c'è poco da fare, nei casi più estremi di titoli scomparsi tra le sabbie del tempo la soluzione è sempre il caro vecchio Ebay. Una menzione finale meritano anche Amazon.it e Amazon.uk (e un pò in generale i vari Amazon europei) dai quali ho acquistato rispettivamente Muramasa Rebirth e Conception II senza il timore di dogane, mazzi e cazzi vari, ma ovviamente la scelta è minore e spesso i prezzi sono più alti di quelli che ci troveremo a pagare acquistando all'estero.
Se qualche lettore conoscesse altri siti affidabili, non esiti a commentare.

Ora vado che scrivendo ho ricordato di dover ordinare Shin Megami Tensei: Strange Journey...

lunedì 19 settembre 2016

Playstation 4 Pro, ovvero come acquistare una Playstation 4 a rate

Parlando con alcuni amici del recente annuncio di Playstation 4 Pro e dell’utilità o meno di un suo acquisto, la mia mente, in un’esplosione di saggezza e genialità, ha partorito una considerazione interessante.                                
Per dirla in breve,,,

Quando nel lontano 2006 Sony mostrò al mondo la sua Playstation 3 un po’ tutti stringemmo le chiappe a causa del prezzo: 600$. In realtà ogni singola console costava a Sony circa 840$. L’azienda giapponese, quindi, perdeva 240$ per ogni console venduta. Non proprio una situazione ottimale.  Va detto che PS3 quando uscì segnò un profondo salto generazionale rispetto alla generazione precedente. Una potenza maggiore comporta un costo maggiore che a sua volta limita le vendite.
E’ il mercato, e il lancio di PS3 ne fu conferma.

Poco importa che col passar del tempo Sony riuscì a ridurre i costi di produzione aumentando le vendite e quindi il profitto, un’azienda deve fatturare subito non dopo anni.

Con Playstation 4 questa situazione non sarebbe dovuta verificarsi. Ma come fare?
Semplice, offrire al pubblico una console più potente di PS3, ma non eccessivamente.
                                   
Diciamocelo, PS4 e Xbox One non si sono potute fregiare di aumenti di potenza mastodontici risultando ‘’vecchie’’ poco dopo l’uscita. Se PS3 e 360 nei primi anni di vita hanno avuto la forza per rivaleggiare con i PC dell’epoca, le attuali controparti non ci hanno nemmeno provato. 

Revengeance
Ovviamente la strategia di una console meno potente e quindi più economica per produttore e pubblico ha garantito da subito a PS4 vendite nettamente superiori di quelle di PS3.







Passati 3 anni dall’uscita di PS4, ridotti i costi di produzione e assicuratasi una importante fetta di mercato , ecco che Sony annuncia l’uscita per il 10 novembre di Playstation 4 Pro versione potenziata della console base (da oggi PS4 N00b) e che, trasportando il giocatore nel ‘’magico mondo del 4k’’, segna effettivamente un importante passo avanti rispetto alla generazione precedente. Si, generazione precedente, perché, magari saranno solo paranoie complottare, ma nessuno mi toglie dalla testa l’idea che Playstation 4 Pro sia semplicemente la vera Playstation 4, quella che si è preferito rimandare per limitare i costi e generare subito profitti. Tanto è vero che PS4, a differenza di PS3, non è stata venduta in perdita.

In parole povere, si è deciso di suddividere in due l'attuale generazione, offrendo in un primo momento un prodotto ''mediocre'' ad un costo contenuto in modo da accaparrarsi quanta più utenza possibile per poi passare alla fase successiva presentando un modello potenziato capace di generare ulteriori vendite.


Scelte di mercato legittime che ovviamente si cerca di mascherare definendo PS4 Pro l’alternativa per i giocatori che vogliono il meglio.  -quindi un PC? -

Un sorriso che è tutto un programma
Tutti felici e contenti, ma in pochi si sono accorti che, di fatto, con questa manovra una PS4, anzi la vera PS4, arrivi a costare 600$. Ovviamente ciò vale solo per gli acquirenti della prima ora quelli che comprano subito perché vogliono il meglio.                                                                                             

Difficilmente qualcuno di essi non si lascerà tentare dalla possibilità di vendere la propria vecchia console (dato il mercato, a non più di 200 euro) o dalle varie offerte che permettono di permutare la vecchia PS4 N00b (pagata  400 euro) per ricevere un sconto di 200 euro sulla Pro.


Facendo una semplice addizione notiamo che 400+200 fa effettivamente 600, nient’altro che l’originario costo di PS3 criticando che tanto scalpore fece all'annuncio. Insomma, questa volta Sony ci ha offerto la possibilità di acquistare una PS3 a rate.




In passato esperimenti simili hanno avuto effetti deleteri sulle vendite dei vari modelli disponibili sul mercato (e la storia di SEGA ci offre più di un esempio), questa volta, almeno secondo me, le cose andranno molto diversamente col rischio di infrangere la sempre più sottile barriera che separa il mondo del gioco su console da quello PC. Alla luce di ciò, quando sarò chiamato a valutare l’acquisto o meno di una ipotetica PS5, la mia scelta sarà sicuramente più attenta e rivolta al futuro.

Detto questo ci vediamo il 10 novembre per le prime impressioni su PS4 Pro…

-Coglione-

venerdì 16 settembre 2016

That's amore: Dragon Quest V - La sposa del destino



C’è poco da fare, tutti abbiamo uno o più giochi che per un motivo o per l’altro sono riusciti a scaldare e far emozionare i nostri freddi cuori da videogiocatori.  A volte si tratta di titoli giocati nel periodo giusto della nostra vita, altre di titoli che a prescindere dall’età (nostra e loro) riescono a farci emozionare e, magari, versare la fatidica lacrimuccia. Apro questa nuova rubrica per parlarvi, si spera brevemente, dei titoli che sono riusciti a farmi sudare dagli occhi (perché i veri uomini non piangono).
Quando penso ad un gioco con queste caratteristiche il pensiero va subito a Dragon Quest V – La sposa del destino.
-Ma tu sei purista  e, se all’esterno scrivi ‘’La sposa de destino’’, dentro di te rimarrà sempre ‘’La sposa dei cieli''-                                                                                                                                                    
I Dragon Quest hanno da sempre trame maledettamente classiche,niente fantapolitica, niente critica alla religione, complotti o altro, c’è sempre un eroe predestinato chiamato a salvare il mondo dalla minaccia di un antico demone in procinto di risvegliarsi. Trame che per quanto basilari, sono sempre ben raccontate e quindi capaci di intrattenere alla grande. Dragon Quest V non fa eccezione.                                                                                                                                                   
Ma allora, come fa un gioco con tali premesse a lasciare il segno, a colpire il giocatore tanto da farlo emozionare e soffrire assieme al protagonista?  Semplicemente fa si che il giocatore possa immedesimarsi  in lui. Non parliamo di una immedesimazione ‘’totale’’, quanto piuttosto di una profonda empatia tra il giocatore e Abel (nome semi-ufficiale del nostro eroe):  il gioco è un continuo alternarsi di gioie, dolori, incontri, rincontri, adii e scelte che finiscono per legarci inevitabilmente a lui. Mandate a quel paese quelli che vi dicono che riescono ad immedesimarsi solo in personaggi creati da zero come accade in molti GDR occidentali, non capiscono un cazzo; tutti sono capaci a creare un editor per la creazione di un personaggio ed immergerlo in un mondo con una trama abbozzata e approssimativa facendo credere al giocatore di essere lui a creare la sua storia personale;  in pochi invece riescono a far immedesimare il giocatore in un personaggio che, per quanto muto, ha una propria storia ed un proprio carattere.

Il remake per PS2 ha una copertina semplicemente bellissima.
La nostra storia inizia in un castello in cui assisteremo alla nascita del primogenito del Re,  il pargolo sarà ovviamente il nostro eroe. Senza soluzione di continuità Abel si risveglierà all’interno della stiva di una nave in compagnia di suo padre, entrambi in abiti tutto fuorché regali. Da questo inaspettato risveglio inizieranno le nostre domande e una serie di eventi che lasceranno un segno indelebile nella vita del nostro Abel. L’uccisione del padre davanti ai suoi occhi, la scoperta delle sue origini e dei drammatici attimi successivi alla sua nascita, la riduzione in schiavitù per anni, la fuga e l’incontro con l’amore, il rincontro con amici creduti persi, la nascita dei figli, la trasformazione in statua per anni nel tentativo di salvare la moglie rapita e il salvataggio da parte dei figli visti solo in fasce per pochi istanti sono eventi che inevitabilmente ci spingono ad affezionarci e a soffrire e gioire assieme a quest’eroe dalla vita travagliata. Vita che, tra l'altro, scorrerà sotto i nostri occhi perchè, come è facile intuire dalle parole scritte sopra, assisteremo letteralmente alla crescita del nostro Abel partendo dal giorno della nascita passando per l'adolescenza fino all'età adulta. Cosa questa che ci spingerà ulteriormente ad affezionarci a lui.                                                                              



Personalmente ritengo la scena finale, nella sua semplicità, una delle più belle tra quelle a cui ho assistito. Vedere Abel rivivere alcuni dei suoi ricordi mentre nella sala del trono balla con la consorte sulle note di ‘’Bridal Waltz’’ è un momento che unisce gioia e tristezza per esser finalmente riusciti a donare una vita felice al nostro eroe e, nel contempo, dovergli dire addio per essere finalmente arrivati alla fine delle sua avventura.




Alla conquista della prossima medaglia!
Nonostante il peso degli anni (la versione originale per SNES risale al 1992), risulta ancora oggi un gioco validissimo con una struttura narrativa solida e capace di tenere incollate allo schermo anche le nuove generazioni.  Ed è per quanto che ho preferito limitarmi ad uno sterile elenco di alcuni punti importanti della trama saltando a pie’ pari i vari colpi di scena.

                                                                                                                                                                     
Probabilmente di tutto il pacchetto, ciò che risulta invecchiato maggiormente è il sistema di combattimento che, anche nelle più recenti incarnazioni, non si discosta molto da quello tipico (e, a volte, maledettamente lento) della serie. Badate che il mio ‘’non si discosta molto da quello tipico’’ ha un valore più profondo di quello che si possa credere visto che in questo capitolo fu introdotta una meccanica che avrebbe influenzato pesantemente i successivi episodi e tutta l’industria videoludica giapponese negli anni a venire: la cattura e l’allevamento dei mostri affrontati in battaglia. Eh si, Dragon Quest V ha praticamente posto le basi per serie come Pokemon e Digimon.


Ormai il gioco nella sua versione per Nintendo DS sta diventando abbastanza raro, ma tanto è possibile emularlo praticamente su ogni cellulare, PC o vibratore degli ultimi 10 anni, quindi le scuse per non provarlo sono praticamente inesistenti. Nonostante le difficoltà che ho incontrato (e fidatevi, quando mi si chiede di parlare di Dragon Quest V non so proprio che parole usare), spero di esser riuscito a trasmettere anche solo in minima parte le emozioni suscitate in me da questo capolavoro immortale. 
Vabbè, ora basta parlare che oggi esce Dragon Quest VII...

                                                                                                                                                                

giovedì 8 settembre 2016

C'è vita su Vita? - I migliori Jrpg per Playstation Vita



La prima di una lunga serie di chiacchere e vaneggiamenti non poteva che vertere su un argomento che mi interessa particolarmente.

Grazie all'originale e sempre divertente (…) gioco di parole del titolo anche i meno svegli tra di voi avranno certamente capito che perderò il mio tempo per dire la mia sull'attuale situazione di Playstation Vita.

                                              


Quando ormai 5 anni fa Sony mostrò NGP (Next Generation Portable), l'attuale PSVita, la compagnia giapponese aveva le idee chiare: offrire al pubblico una console portatile che potesse rivaleggiare  senza troppi problemi con le controparti fisse. Sulla carta l'idea era vicente, una console che univa la comodità ed immediatezza di una portatile ad esclusive proprie e porting di giochi per PS3.  Peccato solo che ad un iniziale periodo di euforia ne seguì uno più o meno lungo di sconforto causato in parte da Nintendo che a pochi giorni dall'uscita della nuova portatile Sony abbassò di 100 euro (sossoldi!)circa il costo del 3DS (regalando agli acquirenti della prima ora un bel tubetto di Preparazione H, ovviamente  digitale);. mossa questa che dirottò una enorme fetta di acquirenti e quindi di sviluppatori verso la portatile Nintendo che fino a poco prima navigava in acqua non prorio serene. Diciamolo chiaramente quando ti si parano davanti due console con un parco titoli simile, una (Vita) a 250 e l'altra (3DS) a 150 la scelta finisce sempre (o quasi) su quella meno costosa.

I numerosi giochi del lancio (tra i quali spiccava addirittura un Uncharted esclusivo) garantirono svariate ore di giochi ai primi acquirenti, peccato ad un certo momento le uscite iniziarono effettivamente a latitare(latitanza interrotta solo da piccole perle come, Toukiden, Soul Sacrifice, Oreshika o YS Memories of Celceta) trasformando Vita a periodi alterni in un ''costoso ferma carte'' (cit.). Fortunatamente oggi la situazione sembra essersi stabilizzata garantendo un discreto numero di titoli annui ai temerari possessori.

Ma basta con le ciance e facciamoci una domanda: ''Conviene oggi acquistare una PSVita?'' e la risposta non può che essere ''no!''; no, perchè la vera domande è: ''A chi conviene oggi acquistare una PSVita?'' o anche ''A chi è rivolta 'sta benedetta console?''.
Mai domanda fu più semplice: agli amanti di quel particolare genere chiamato ''Jrpg''. C'è poco da fare anche Vita come tutte le console portatili che l'hanno preceduta (coglioni siete se avete acquistato una PSP o un DS per giocare Call of Duty e soci) altro non è che un coacerbo di jrpg, soprattutto produzioni provenienti da sviluppatori che non possono permettersi gli ingenti investimenti richiesti per sviluppare su PS3 o PS4.  Diciamolo subito, il fatto che uno sviluppatore non possa o voglia investire su console fisse non rende automaticamente merda il suo lavoro, e di esempi ce ne sono a centinaia.  Da non sottovalutare i remake di jrpg provenienti da console delle precenti generazioni e la possibilità di accedere a gran parte del parco titoli PSP tramite PSN. Da qualche tempo ai jrpg si è aggiunto un altro genere spiccatamente giapponese, le Visual novel, ma considerandole dei ''non giochi'' preferisco  non dilungarmi.

Vabbè, ma in tutto questo, quali sono 'sti jrpg per i quali vale la pena metter mano al portafogli e acquistare una PSVita?


Persona 4 Golden



Partiamo subito con un bel porting da PS2 ma talmente ricco di nuovi contenuti da renderlo quasi un gioco nuovo. Tra indagini, vita di tutti i giorni e combattimenti a suon di Stand...ehm...Persona ci troveremo immersi in un mondo che abbandona le atmosfere cupe e quasi claustrofobiche di Persona 3 per abbracciarne altre ricche di colore e momenti di vita spensierata, non mancheranno di certo i momenti drammatici, introspettivi e ''wtf'', ma, c'è poco da fare, gli amanti dei primi Persona potrebbero non apprezzare questi cambiamenti. In ogni caso ci troviamo davanti ad un titolo valido che saprà intrattenere i più pazienti per enorme quantitativo di ore. In più potrebbe essere un ottimo antipasto in vista dell'arrivo il prossimo 14 febbraio di Persona 5 sulle nostre PS4.


YS: Memories fo Celceta


La serie YS col passare degli anni è riuscita a ricavarsi un posto speciale nel cuore degli amanti dei jrpg con un sistema di combattimento action divertente e veloce e, come da tradizione Falcom (per gli ignoranti lo sviluppatore di questa è numerose altre serie), con una colonna sonora di prim'ordine; e Celceta mantiene alto il nome della serie raffinando, in oltre, il sitema di combattimento introdotto con l'ottimo YS Seven per PSP.  Il gioco è di fatto un remake/rielaborazione dei vecchi YS IV: Mask of the Sun e YS IV: Dawn of YS prendendone il posto all'interno del canone narrativo (magari un giorno spenderemo due parole sulla serie YS e relativa cronologia). Insomma, se non avete ancora giocato nei panni del sempre muto Adol ''il rosso'' (male, molto male!), questo è un ottimo modo per fare la conoscenza di questa storica serie giappo-ruolistica; sullo store di Vita sono presenti, tra l'altro, gli altri capitoli approdati su PSP, non ci sono proprio scuse!


Tales of Hearts R


Le speranze di vedere questo titolo dalle nostre parti erano praticamente inesistenti, se non fosse che Sony in un  attimo di pazzia lancia un sondaggio chiedendo quali jrpg i giocatori occidentali volessero sulla loro amata portatile e il primo in classifica è stato proprio ToH R seguito da altri titoli arrivati più o meno tutti.  Ci troviamo davanti ad un altro remake, nello specifico di, strano ma vero, Tales of Hearts per Nintendo DS. Parliamo di un Tales of, quindi  di grafica in stile anime, sistema di combattimento action e trame degne di uno shonen manga. ToH R mantiene fermi i canoni della serie non discostandosi in nulla dai capitoli per console fissa, purtroppo però le ottime premesse narrative, come accade spesso, finiscono per perdersi nelle ultime ore di gioco. Personalmente, da amante della serie, lo ritengo un buon titolo che dovrebbe far parte della collezione di ogni possessore di Vita. Ancora ricordo la mia euforia nei giorni successivi all'annuncio del suo arrivo in occidente, euforia rafforzata dalla promessa del produttore Hideo Baba di far arrivare sui nostri lidi anche Tales of Innocence R nel caso in cui le vendite di Hearts fossero state buone; il gioco ovviemente vendette bene, ma di Innocence R neanche l'omba.


Oreshika: Tainted Bloodlines


Nonostante un'enorme sfilza di proprietà intellettuali giappo-ruolistiche da far invidia pure a Square-Enix, Sony decide di riesumare e portare sulla sua bella portatile proprio la più oscura e sconosciuta di esse affidandone lo sviluppo ad Alfa System (già responsabili, tra gli altri, del primo capitolo e di vari Tales of). Al di la delle discustibili scelte commerciali, Oreshika è un ottimo titolo, stilisticamente ispirato allo stile pittorico giapponese ukiyo-e, tanto da dar l'impressione, a tratti, di osservare un quadro dinamico. Il titolo inizerà con la condanna a morte del nostro eroe e del suo clan coinvolti nel complotto ordito dal consigliere imperiale Abe no Seimei. Intuendo il pericolo dietro i piani di Seimei, le divinità doneranno nuova vita ai mal capitati, scoprendo però che su di essi grava una maledizione lanciata dallo stesso consigliere che poterà loro alla morte in giovane età e che imperdirà loro di potersi accoppiare con altri umani, costringendoli a figliare addirittura con le stesse divinità. Mancando del dono della sintesi non amo parlare della trama di un gioco, ma in questo caso trama e gameplay sono l'una in funzione dell'altro, in quanto per poter proseguire saremo costretti a far accoppiare i nostri personaggi con le divinità in modo da far continuare al figlio la missione del padre in una sequenza di passaggi di testimone generazionale da far impallidire i Joestar de ''Le bizzarre avvenrure di JoJo''.  Degno di nota è il fatto che di generazione in generazione i tratti dei nostri discendenti inizieranno a mostrare caratteristiche legate ai loro antenati divini, potrà quindi accadere che accoppiandosi, per esempio, con un dio dalle sembianze di toro il nuovo arrivato in famiglia sarà munito di corna o, magari, superdotato. Per concludere Oreshika è un jrpg-dungeon crawler molto particolare e soprattutto impegnativo. Al di la dell'ottima qualità mi sentirei di consigliarlo solo a chi volesse dedicarsvisi per bene, tuttavia sul PSN viene scontato a pochi spicci con una certe regolartà, quindi...
- Per i temerari pronti ad affrontare la sempre presente dogana, esiste una versione asiatica in formato fisico con testi e copertina completamente tradotti in inglese -


Soul Sacrifice



Con la dipartita di Monster Hunter che da PSP è passato a 3DS, Sony si è trovata costretta a colmare l'enorme vuoto lasciato dal re degli hunting game. E per colmare questo vuoto la grande S ha scomodato addirittura Shinji Mikami, il papà della serie Biohazard (per la plebe Resident Evil)! Tuttavia, nonostante l'ispirazione, è impossibile definire Soul Sacrifice un mero clone di Monster Hunter; il primo, infatti, nonostante un nucleo simile, si fregia di una trama ben raccontata, di un sistema di combattimento veloce e di uno stile grafico molto ricercato che riesce a far sentir al giocatore tutto il peso del mondo malato e crudele nel quale si muovono i nostri personaggi (senza contare che i mostri che andremo ad affrontare sembrano usciti dal celebre manga Berserk). Nel gioco impersoneremo uno dei prigionieri di un potente mago che, venuto in possesso di un libro parlante (dal raffinato accento inglese), inizia a rivivere i ricordi dell'autore dello stesso per assorbirne i poteri e sfuggire al proprio destino di cavia. Questo è solo l'incipit di una storia che, a differenza degli altri ''hunting game'', riserverà al giocatore vari colpi di scena capaci di sorprenderlo. Esiste anche una versione, denominata Soul Sacrifice Delta, arricchita da un consistente numero di nuovi contenuti e interi archi narrativi esclusivi; come per Oreshika, questa seconda versione di Soul Sacrifice viene spesso scontata sul PSN quindi il consiglio migliore che possa darvi è quello di partire direttamente da essa.
- come sopra, in Asia esiste una versione fisica che tra le lingue disponibili include anche l'Italiano -


Freedom Wars



Per attirare sempre più appassionati di hunting game, Sony ci riprova, abbandonando il mondo simil-Berserk di Soul Sacrifice ambientando il suo nuovo gioco in un futuro distopico dove la superficie terrestre è ormai inabitabile e gli esseri umani sono costretti a vivere in città-prigioni sotterranee chiamate Panopticon in continua lotta per accaparrarsi le poche risorse ancora disponibili. Come se ciò non bastasse, a causa della sovrappopolazione all'interno dei Panopticon, ogni nuovo nato viene condannato a 1,000,000 anni di reclusione per il semplice fatto di vivere. Proprio ciò sarà il pretesto che darà inizio alla nostra avventura, infatti l'unico modo per veder ridotta la propria pena sarà svolgere incarichi sempre più pericolosi affidatici dal governo del nostro Panopticon. In aggiunta a queste ottime premesse narrative, Freedom Wars offre al giocatore un gameplay che si discosta pesantemente da quello degli altri hunting game, infatti ogni personaggio sarà dotato di due armi (le classiche armi bianche e da fuoco) e di un rovo di energia tramite il quale sarà possibile spostarsi, arrampicarsi e restare aggrappati ai mecha che saremo chiamati ad affrontare durante le missioni. Roba da far concorrenza all' Uomo ragno. Insomma, trama interessante e gameplay particolare uniti alla possibilità di giocare online e in locale con gli amici avrebbero dovuto rendere Freedom Wars un capolavoro nel campo degli hunting, peccato solo che giocando soprattutto le ultime fasi del gioco si ha l'impressione di trovarsi davanti ad un prodotto castrato e, a tratti, fatto di fretta. Probabilmente (e preciso che è solo una mia congettura) a causa delle scarse vendite di Vita, Sony ha preferito accelerare i tempi rilasciando il gioco prima degli ultimi aggiustamenti. Nonostante ciò ci troviamo davanti ad un ottimo gioco assolutamente da provare, soprattutto perchè è possibile trovarlo in formato fisico a prezzi veramente bassi.

Digimon Story Cyber Sleuth



Si, lo so, lo so, c'è anche su PS4, tuttavia quest'ultima versione è semplicemente un porting della versione per PSVita che, data la formula del gioco, è a mio parere nettamente superiore.  Al di la di ciò, ci troviamo davanti ad un ottimo gioco adatto non solo ai nostalgici  dei mostri digitali orfani dei loro giochi dal lontano 2005 (cosa che vale solo per noi sfigati europei visto che i mangia-hamburger hanno potuto giocare nuovi giochi della serie durante tutta l'era del Nintendo DS), ma anche alle nuove leve e agli amanti dei giochi di ruolo nipponici. Come è facile intuire in Cyber Sleuth saremo chiamati a scongiurare una minaccia che rischia di fondere e distruggere il mondo digitale e quello reale (fondamentalmente la trama di ogni gioco o anime o manga o porno-parodia della serie) e per farlo dovremo catturare, allenare e fondere le varie creature per ottenerne sempre di più potenti. Ma che ne sapete voi della soddisfazione di avere una squadra formata, tra gli altri, da Omegamon (Omnimon...brrrrr) e Imperialdramon Paladine Mode che combattono fianco a fianco come nei sogni di un piccolo grande bimbo del anni '90! - Calmati - Comunque, nonostante un incipit narrativo simile alle altre incarnazioni della serie, Cyber Sleuth non disegna colpi di scena alcuni dei quali assolutamente non banali. Se a ciò ci aggiungiamo un sistema di combattimento preso paro paro da Final Fantasy X, il verdetto non può che essere uno solo: gioco da avere!
- dalle nostre parti è arrivati in formato fisico solo la versione PS4 relegando quella PSVita al solo mercato digitale, ma, tranquilli, nella sempre florida Asia è disponibile una bella versione fisica per portatile, ovviamente tradotta in inglese.-



                                          - Bonus -
                                                
Final Fantasy X/X-2 HD e The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel

Non serve che vi parli di Final Fantasy X e X-2, tutti ne hanno sentito parlare e in molti li hanno giocati. Cold Steel, invece, appartiene alla meta-serie The Legend of Heroes il cui punto forte sono gli intrecci narrativi e i colpi di scena dietro ogni angolo. Potremmo dire che con essa la Falcom (gli stessi di YS) sta portando avandi l'idea originale di Suikoden di un mondo narrativamente coerente e connesso composto da trame e sottotrame formanti un unico ecosistema narrativo.
In ogni caso, li ho inseriti come bonus perchè la versione Vita di entrambi non offre niente in più a quelle per console fisse, semplicemente è su portatile. La comodità di poter mettere la console in modalità riposo e quindi non dover attendere il prossimo punto di salvataggio o la sconfitta del super boss di turno per mettere in pausa l'avventura è per me inarrivabile, poi vabbè giocare quando si è seduti ''trono degli Dei'' è un piacere che solo i veri uomini possono apprezzare.




Come già detto, mi sono limitato ai titoli ruolistici che reputo i migliori per PSVita, ma ad essi ne vanno aggiunti altri che vanno ad arricchire il parco titoli della console, mi riferisco a Mind:0, Lost Dimension, Toukiden, Ragnarok Odyssey, Muramasa Rebith (nonostante sia uno dei miei giochi preferiti per tale console, non perdono allo sviluppatore la geniale idea di averlo venduto come un porting espanso per poi vendere a parte i nuovi contenuti sottoforma di DLC...vaffanculo) Odin SphereNew Little King's Story o Demon Gaze (del quale è in sviluppo un seguito). Ultimi, ma non ultimi, dato che non sono giochi di ruolo è d'obbligo citare gli ottimi Gravity Rush, Killzone Mercenaries, Dokuro, Little Big Planet Vita e Uncharted l' Abisso d'Oro.                                                  

Magari, se una o due persone perderanno qualche minuto del loro tempo a leggere questo mio vaneggiamento, potrei aggiornare l'elenco in futuro tenendo conto dei giochi da recuperare (vedasi Adventure of Mana) e delle prossime uscite, alcune delle quali meritano particolare attenzione (in primis TLoH: Trails of Cold Steel 2Caligula e il remake di Romancing SaGa 2).                   Detto questo, torno su Child of Light e Shiren the Wanderer visto che devo sbrigarmi e tenermi libero per God Eater 2....